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Retail moda in crisi: cause, cambiamenti e prime soluzioni per ripartire

Negli ultimi anni il mondo del retail, in particolare quello di abbigliamento e calzature, sta vivendo un periodo di forte instabilità. Chi gestisce un negozio lo sa: il calo delle vendite non è più solo un’eccezione, ma una realtà costante.

Ma perché sta succedendo questo? E soprattutto: è una crisi definitiva o provvisoria?
In questo articolo iniziamo a fare chiarezza, per poi approfondire nei prossimi post soluzioni più dettagliate.

Le cause principali del calo delle vendite

1. Cambiamento delle stagioni e delle abitudini di acquisto

Oggi l’inverno arriva tardi e l’estate si fa attendere: le persone rimandano gli acquisti stagionali, acquistano più “quando serve” che “in previsione”. Questo rende difficile per i negozianti programmare gli stock e i saldi, aumentando il rischio di rimanenze e abbassando i margini.

2. Evoluzione digitale e cambiamento dei consumatori

Come spiega Kotler nel suo libro Marketing 6.0, i clienti di oggi sono molto più informati, impazienti e alla ricerca di esperienze personalizzate. Il vecchio modello di vendita basato solo su prodotto e prezzo non basta più. I clienti vogliono relazioni, emozioni, valori.

3. Concorrenza dell’online

Non è solo questione di prezzo: l’e-commerce offre varietà, velocità, comodità. Chi compra online spesso lo fa perché trova offerte su misura e un’esperienza più coinvolgente di quella che sperimenta in negozio.

4. Incertezza economica e paura di spendere

L’inflazione, l’instabilità economica e la sfiducia verso il futuro spingono i consumatori a frenare gli acquisti “superflui” come moda e accessori, privilegiando beni più essenziali.



Questa crisi è definitiva?

No, non è definitiva, ma richiede un grande adattamento.
Chi riuscirà a innovarsi, leggere i nuovi bisogni e cambiare il modo di vendere, potrà non solo sopravvivere, ma anche crescere.
Il retail fisico non morirà, ma cambierà pelle: sarà sempre più esperienziale, omnicanale, e centrato sulla persona prima ancora che sul prodotto.



Alcune soluzioni da cui partire

Nel nostro blog affronteremo ogni soluzione in modo approfondito. Intanto, ecco alcune idee chiave:

Ripensare il calendario di vendita, seguendo il clima reale più che le stagioni “tradizionali”.

Creare esperienze nei negozi: eventi, personal shopper, serate a tema.

Integrare online e offline, anche solo con WhatsApp, vetrine social o piccoli e-commerce.

Costruire una community di clienti fedeli, più che inseguire solo nuovi clienti.

Differenziare l’offerta puntando su brand particolari, capsule collection, personalizzazione.

Formarsi sul marketing moderno: il cliente va conosciuto meglio e gestito in modo più empatico.


In conclusione:


Il cambiamento fa paura, ma è anche una grande opportunità.
Nei prossimi articoli parleremo più nel dettaglio di come puoi adattare il tuo negozio a questo nuovo mercato.

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Comportamento Consumatori, Marketing del Punto Vendita

MARKETING DEL PUNTO VENDITA: come riemergere dalla crisi sconfiggendo la concorrenza.

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Il tuo negozio è il migliore, i tuoi prodotti sono i più giusti e la causa degli scarsi incassi è del cambiamento climatico, della politica e della crisi economica. E’ questo che pensi?

In parte stiamo vivendo una situazione storicamente disastrosa, ma mi capita spesso di intervistare imprenditori allo sbaraglio, troppo disorientati per affrontare la crisi e la concorrenza spietata.

Esportiamo? Cambiamo settore? Ampliamo l’offerta di prodotti? Creiamo un’ e-commerce?

 DISINFORMAZIONE E SCARSA DECISIONE!

Sarebbe più logico partire dal marketing tradizionale, dalla valorizzazione del punto vendita, dalle promozioni/eventi in-store…

Gli strumenti online non sono che un estensione, un rafforzamento di quelle offline, non una sostituzione!

Se si punta sul prezzo al ribasso, è assai difficile riuscire ad ottenere un vantaggio competitivo di lungo periodo. I consumatori prestano sì attenzione alle proprie tasche, ma si concentrano anche su aspetti diversi come la qualità, la personalizzazione, la provenienza, l’esperienza d’acquisto.  Devono essere fieri di camminare con la busta del negozio nel quale hanno appena comprato. Un semplice sacchetto di carta deve rappresentarli e dire al mondo cosa sono e dove acquistano.

 

 

Comportamento Consumatori, Digital Marketing, Marketing del Punto Vendita

I NEGOZIANTI E I LORO PENSIERI ERRATI SULLE STRATEGIE DI MARKETING

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Sono un consulente Marketing che per lavoro visita quotidianamente numerosi punti vendita. Guardo le vetrine, osservo l’assortimento, monitoro le attività aziendali online e soprattutto…intervisto quegli abili  impre-venditori chiamati banalmente “negozianti”.

Ammiro fortemente questa categoria di professionisti che hanno in comune il desiderio di indipendenza, la flessibilità e la dinamicità, la conoscenza del territorio e del prodotto, la creatività, le tecniche di comunicazione e di vendita. Sono i primi a subire qualsiasi crisi, avendo però le capacità per reagire in maniera tempestiva.

Purtroppo però, ho notato alcune caratteristiche/difetti che non gli permettono di emergere facendo una sana promozione del proprio punto vendita.

La maggior parte di loro infatti, non crede nel Marketing, non lo conosce, crede di farlo o decide di fare dei piccoli tentativi.

Ecco le frasi più imbarazzanti che ho ascoltato negli ultimi mesi

“Proviamo ad aprire un e-commerce”

Un e-commerce è  investimento economico e di tempo non indifferente. Un buon e-commerce costa anche 5.000 euro. Poi serve un budget giornaliero da investire per promuoverlo e una seria attività online per farlo girare.

“Creiamo un profilo Facebook, anzi una pagina, anzi torniamo al profilo. Proviamo con Twitter, Linekdin, Google +, un Sito, un Blog, un e-commerce, facciamo Pubblicità online”

Per prima cosa occorre ideare una strategia iniziale su come e dove muoversi. Secondo poi, è molto importante individuare le risorse preposte alla gestione dei Social. Bisogna dedicare almeno 2-3 ore al giorno del proprio tempo se si vogliono vedere dei minimi risultati. Occorre comprendere come parlare e dove parlare alla propria clientela, non imitando obbligatoriamente chi sembra avere successo online. Molto spesso dietro  5000 “mi piace”, ci sono 1.000 euro spesi per pagarli e quindi dei contatti vuoti che non portano valore alla nostra azienda.

Il nostro scopo sono i “Lead”, contatti qualificati.

Facciamo un corso di Web Marketing? Facciamolo fare a mio figlio?

Ho conseguito una Laurea Specialistica in Marketing, due Master e numerosi Corsi in materia…nonostante tutto non mi sento un esperto. Gli algoritmi cambiano, i Social Network vengono sostituiti e i Consumatori sono più attenti e si aspettano qualcosa in più dalla semplice vendita: vogliono vivere un’esperienza d’acquisto. Cosa voglio dire? Ci vuole passione e tempo, non basta un semplice corso.

 DUNQUE…CONSIGLI!

1)      Il Marketing online non sostituisce, ma arricchisce il Marketing tradizionale.

2)      Curate gli aspetti visivi, olfattivi e sonori del vostro punto vendita.

3)      Non bastano le singole apparizioni pubblicitarie (radio, internet, cartellonistica, etc) per rimanere nella mente dei consumatori, serve un piano di Marketing mirato!

4)      Chiedete consiglio ad un esperto

5)      PRENDETE DELLE DECISIONI DEFINITIVE, CREDETECI ED INVESTITE TEMPO!

RIASSUMENDO

Ho 5.000 euro da investire. Pago 800 per uno spot sulla radio locale, 1.200 per un’insegna pubblicitaria, 1.000 per un sito internet, 600 per comprare degli spazi pubblicitari su Google, 400 per Facebook e 1.000 per comprare i “mi piace” sulla mia pagina aziendale.

AVETE BUTTATO 5.000 EURO!

Ora prendete quella somma, datela ad un professionista, un bravo consulente Marketing…e vedrete!!!